È stato approvato lo scorso 3 dicembre il disegno di legge regionale n° 103 sull’editoria che prevede fra le altre cose l’obbligo per il giornale di “tracciare” a livello informatico il lettore che voglia lasciare un commento, impedendo di fatto la pubblicazione di commenti anonimi. Pena per quei giornali che non si attengano alla regola è la rinuncia ai contributi previsti per l’editoria.
“La Voce dell’Isola” notoriamente non richiede contributi né nazionali né regionali al fine di mantenere sotto ogni forma la propria indipendenza, anche se questo incide sulla quantità di informazione offerta, ma sempre coscienti che ciò che i lettori desiderano è la “qualità” dell’informazione. Inutile un surplus di notizie quanto invece riteniamo importante la correttezza di quanto pubblicato. Ciò non toglie però il forte limite che viene così dato alla pluralità dell’informazione.
Tornando al disegno di legge approvato all’Ars lo scorso 3 dicembre, a porre il “limite” è l’articolo 4 alla lettera “e”, comma 2. Citando la testata “Live Sicilia” ricordiamo che il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, proprio pochi giorni fa commentava così la norma che stava per essere approvata: “Una follia nel 2013 è incredibile leggere una cosa del genere. Una norma che dimostra anche la scarsa conoscenza, da parte dei deputati che hanno votato quella norma, del mondo del web. Nessun commento è mai anonimo, ma è sempre rintracciabile attraverso l’indirizzo del computer da cui è partito il commento“.
E le sue parole sono in effetti precise, l’utente infatti anche se non lasciasse i suoi dati (che poi non sarebbero comunque confutabili da una redazione che non ha “poteri investigativi” se non ha voglia di delinquere a propria volta con tecniche di “hacking”) sarebbe comunque rintracciabile dalla Polizia Postale tramite l’indirizzo IP del computer che invece è sempre automaticamente comunicato. Questo tecnicismo svuota di fatto la norma del suo contenuto.
E infine una noticina: la “punizione” di dover rinunciare ai contributi previsti sembra piuttosto l’alibi di chi -come per ogni servizio pubblico in Italia- non vuole scucire più un quattrino, nemmeno se previsto (sulla carta almeno…) dalla UE. Chissà se la stessa norma sarà poi applicata agli organi di informazione interni ai singoli partiti… Forse pensiamo male, forse sarà applicata o forse no, forse semplicemente sarà l’ennesimo buco nell’acqua di chi nell’incapacità di fare prova almeno a mettere a tacere… e forse non sarà mai convertita in legge.
Ma vigilare da parte di noi “umili” cittadini è il minimo.
ALLEGATO:
Pdf integrale: Testo-legge-regionale-editoria